GiuliaFray Vs. Dark_Mistress99

Rivisitare il Paradiso aveva lo stesso effetto su un demone della vista della casa natia su un uomo al ritorno da un esilio durato anni. Una miriade di sensazioni estatiche avevano sorpreso Roland con una tale forza che non se lo sarebbe mai potuto aspettare.
Era restato a fissare incantato le floride pianure in cui per secoli aveva banchettato con i suoi fratelli e sorelle, i monti bruni sulle cui cime aveva trascorso ore con la sua lira celeste tra le mani cantando le Sue lodi, circondato dagli altri angeli che lo ascoltavano rapiti, come se lui fosse una rivisitazione di Orfeo. Gli alberi della Vita e della Conoscenza punteggiavano ancora le nuvole pure ed evanescenti, esattamente nei punti in cui li aveva lasciati prima della Caduta.
L'Inferno non lo aveva mai affascinato, e in ogni attimo trascorso laggiù aveva patito la lontananza del Paradiso, l'unica vera casa che avesse mai conosciuto.
E ora era lì, sospeso in aria con le ali dorate che lo circondavano come uno scudo traslucido. Gli altri angeli, che un tempo erano sempre stati suoi fedeli compagni di esistenza, gli lanciavano occhiate stranite. Roland riusciva ad immaginarsi chiaramente i loro pensieri, come se li sentisse davvero. Doveva comprenderli, dopotutto. Un servo di Lucifero in Paradiso era un evento insolito tanto quanto lo era nel diciannovesimo secolo il vedere un uomo di colore a cavallo.
-Roland.-
Il demone si voltò rapidamente per fronteggiare Arriane, con le sue splendide ali lucenti che la lasciavano volteggiare alla sua stessa altezza.
Appena avevano messo piede in Paradiso – al quale avevano potuto accedere dal monte Sinai solo dopo ore estenuanti in attesa di una risposta, negativa o positiva che fosse, alla loro richiesta di entrata – Arriane aveva ripreso colore. Non era più la ragazza magra e pallida, dall'enorme cascata di capelli corvini, ma un angelo vero e proprio, dignitoso e inorgoglito della sua posizione.
Roland sentì un'agitazione inaspettata montare dentro di lui. Aveva passato ore e ore a discutere con il Trono del suo pentimento, dei motivi che lo avevano condotto lassù, dei disagi che aveva provato dopo essere passato dalla parte di Satana per un così futile motivo. Aveva anche riferito al Trono dell'aiuto che i suoi più intimi amici gli avevano offerto per fargli comprendere quanto fosse sbagliata la sua alleanza. Cam non c'era più. Non doveva più preoccuparsi di lui e Roland sapeva quanto gli desse fastidio l'essere cercato quando non voleva essere trovato. Perciò che senso aveva vivere ancora all'Inferno, nella pura infelicità?
-Cosa ha deciso?- domandò Roland, con la voce tremante.
Arriane sorrise e si avvicinò a lui, posandogli una mano splendente sul petto. -Guarda le tue ali e lo saprai- gli disse semplicemente.
Roland sbatté le palpebre, il cuore in gola. Dopo averle lanciato un'occhiata indagatrice, si voltò lentamente e le vide, le sue ali di un tempo. Erano tornate pure, rigogliose, piumate, e con un moto di sollievo notò anche che non c'era più traccia dei colori scuri che lo avevano caratterizzato durante la sua vita da demone.
Era tornato Roland, l'angelo della Musica.
Si voltò di nuovo verso Arriane e calde lacrime gli solcarono il viso, lacrime di gioia.